lunedì 2 gennaio 2017

LA CARTA DELLA NOTTE


A volte la stessa carta si presenta più volte alla stessa persona, per una domanda improvvisa, una conferma, o il bisogno di trovare una guida.
Allora ci si interroga sul senso di questa presenza, oppure si sorvola, in attesa. A volte si leggono le interpretazioni proposte, a volte si attendono altri segni.
Solo quando si scrive, però,  la carta inizia a parlare, suggerendo viaggi come sempre inaspettati, aprendo nuove visioni, invitando archetipi.
Così nasce una nuova storia. Alla fine di un anno, all’inizio.

La donna svelata

La donna avanzava velata sotto cappelli dalla rigida struttura, da cui pendevano veli colorati che rendevano molto aggraziato il suo portamento. La donna avanzava, con i suoi guanti di pizzo, in tinta con le sfumature violacee del vestito. E avanzando sembrava danzasse, alla luce della luna che si era alzata all’orizzonte. Continuò ad avanzare, attraversando la città silenziosa, oltrepassando la periferia, superando i campi, fino a quando raggiunse la riva del mare. Era notte, ma la luce della luna dava splendore alle onde e brillio ai suoi occhi.
Camminò sui piccoli sassi, in riva al mare, il bordo del suo vestito si inzuppò d’acqua, ma non si fermò, continuò a camminare verso la scogliera solitaria, dove grandi pietre levigate si ergevano alte a picco sul mare. Salì velocemente, si tolse i guanti e presto si tolse anche il cappello con i lunghi veli e riccioli ribelli sfuggirono alla sua acconciatura. Slacciò il corsetto, poi si tolse le scarpe, poi strappò la gonna accorciandola. Quando giunse sulla cima della scogliera era accaldata. Si sedette sul bordo osservando il mare che mugghiava sotto di lei. Si era alzato un po’ di vento e il frastuono delle onde riempiva le sue orecchie e tacitava i suoi pensieri. La luna splendida si offriva generosamente alla sua contemplazione.
-Ho bisogno di aiuto, disse la donna, per essere giusta, per essere vera.   
La luna sembrò guardare la donna sulla scogliera, sembrò cercare con lei il suo aiuto. Avrebbe voluto cantarle una canzone, ma il rumore delle onde era troppo forte. Allora fece qualcosa per far capire alla donna che la stava ascoltando e che le era vicina.
La splendida e luminosa luna piena si coprì, raccogliendo i veli che la donna aveva lasciato cadere e, nel velarsi, attutì la sua luce e la donna, stupita, capì che la luna la stava ascoltando. Allora guardò nel cielo l’astro notturno e l’intreccio di veli che la coprivano.
E piano piano quei veli assunsero delle forme e quelle forme raccontarono una storia che la donna cominciò a comprendere e a interpretare.
Subito apparve una cerva e poi un unicorno, insieme si dissetarono a un lago, poi si guardarono a lungo e poi si separarono andando in direzioni opposte.
La donna vide l’unicorno seguire la circonferenza in senso antiorario, mentre la cerva seguiva quello orario. Li vide via via più separati, opposti, a guardare diversi spicchi di cielo e poi li vide riavvicinarsi lentamente verso l’arco inferiore della luna e poi incontrarsi di nuovo. Viso contro viso.
Poi la cerva rimase ferma e l’unicorno sembrò uscire dalla luna e muoversi incontro alla donna. Era un unicorno argentato, il suo muso sfiorò le mani della donna, cercandone la carezza. La donna lo sfiorò dolcemente, lui si chinò per farla salire sul suo dorso. Insieme si avviarono oltre la scogliere, oltre la spiaggia, avanzando verso nuove terre e nuovi tempi.