Ci
sono momenti nei quali lo stato d’animo è aggrovigliato e i pensieri sono così intrecciati da non riuscire a dare un nome al proprio sentire e al bisogno di
sciogliere. Non sappiamo creare una domanda, ma avvertiamo il bisogno di
cambiare qualcosa in noi, di spegnere l’irrequietezza e sentirci meglio. Allora
le carte possono attivare un percorso
di trasformazione, possono mettere in moto delle fiabe-storie che fanno
evolvere l’incertezza e avviare un nuovo equilibrio. Come?
Disponiamo il mazzo coperto e chiediamo di scegliere una carta che inneschi il
movimento. Poi la guardiamo con attenzione, la descriviamo, ascoltiamo le
sensazioni e i pensieri che ci evoca e infine accogliamo la storia che nasce
spontaneamente.
Alcune
persone dicono di avere difficoltà a scrivere storie e si limitano a illustrare
brevemente ciò che hanno visto e che di solito è una rielaborazione di quello
che pensano e di quello che si aspettano di sentire.
Questo atteggiamento è
simile ad aprire la porta di una stanza e richiuderla dopo una sbirciatina,
dicendo di conoscerne il contenuto. La vera scoperta, il vero cambiamento
avvengono quando ci si mette in gioco, quando si accetta di lasciarsi condurre
dall’immaginazione, che sa al di là di ciò che pensiamo di sapere.
Scriviamo
dunque la storia della carta; è anche possibile che essa si blocchi e che non
ci siano più immagini, allora scegliamo un’altra carta che inserisca una
energia inaspettata e continuiamo a scrivere fino a che sentiamo di aver
completato il percorso.
Due,
tre... forse anche quattro carte... ascoltando cosa succede dentro di noi,
accorgendoci delle modifiche nei pensieri
e nelle emozioni.
Al
termine dell’esperienza osserveremo come stiamo e cosa è cambiato.
“Tacque il giocatore,
tornando dal suo viaggio, e il vento caldo gli soffiò sugli occhi per farli
aprire. Il sogno intatto aveva riempito i suoi pensieri e le sue emozioni...”