A volte la stessa carta si
presenta più volte alla stessa persona, per una domanda improvvisa, una
conferma, o il bisogno di trovare una guida.
Allora ci si interroga sul senso
di questa presenza, oppure si sorvola, in attesa. A volte si leggono le
interpretazioni proposte, a volte si attendono altri segni.
Solo quando si scrive, però, la carta inizia a parlare, suggerendo viaggi
come sempre inaspettati, aprendo nuove visioni, invitando archetipi.
Così nasce una nuova storia. Alla
fine di un anno, all’inizio.
La donna svelata
La donna avanzava velata sotto cappelli dalla rigida struttura, da
cui pendevano veli colorati che rendevano molto aggraziato il suo portamento.
La donna avanzava, con i suoi guanti di pizzo, in tinta con le sfumature
violacee del vestito. E avanzando sembrava danzasse, alla luce della luna che
si era alzata all’orizzonte. Continuò ad avanzare, attraversando la città
silenziosa, oltrepassando la periferia, superando i campi, fino a quando
raggiunse la riva del mare. Era notte, ma la luce della luna dava splendore
alle onde e brillio ai suoi occhi.
Camminò sui piccoli sassi, in riva al mare, il bordo del suo vestito
si inzuppò d’acqua, ma non si fermò, continuò a camminare verso la scogliera
solitaria, dove grandi pietre levigate si ergevano alte a picco sul mare. Salì
velocemente, si tolse i guanti e presto si tolse anche il cappello con i lunghi
veli e riccioli ribelli sfuggirono alla sua acconciatura. Slacciò il corsetto,
poi si tolse le scarpe, poi strappò la gonna accorciandola. Quando giunse sulla
cima della scogliera era accaldata. Si sedette sul bordo osservando il mare che
mugghiava sotto di lei. Si era alzato un po’ di vento e il frastuono delle onde
riempiva le sue orecchie e tacitava i suoi pensieri. La luna splendida si
offriva generosamente alla sua contemplazione.
-Ho bisogno di aiuto, disse la donna, per essere giusta, per essere
vera.
La luna sembrò guardare la donna sulla scogliera, sembrò cercare con
lei il suo aiuto. Avrebbe voluto cantarle una canzone, ma il rumore delle onde
era troppo forte. Allora fece qualcosa per far capire alla donna che la stava
ascoltando e che le era vicina.
La splendida e luminosa luna piena si coprì, raccogliendo i veli che
la donna aveva lasciato cadere e, nel velarsi, attutì la sua luce e la donna,
stupita, capì che la luna la stava ascoltando. Allora guardò nel cielo l’astro
notturno e l’intreccio di veli che la coprivano.
E piano piano quei veli assunsero delle forme e quelle forme
raccontarono una storia che la donna cominciò a comprendere e a interpretare.
Subito apparve una cerva e poi un unicorno, insieme si dissetarono a
un lago, poi si guardarono a lungo e poi si separarono andando in direzioni
opposte.
La donna vide l’unicorno seguire la circonferenza in senso
antiorario, mentre la cerva seguiva quello orario. Li vide via via più
separati, opposti, a guardare diversi spicchi di cielo e poi li vide
riavvicinarsi lentamente verso l’arco inferiore della luna e poi incontrarsi di
nuovo. Viso contro viso.
Poi la cerva rimase ferma e l’unicorno sembrò uscire dalla luna e
muoversi incontro alla donna. Era un unicorno argentato, il suo muso sfiorò le
mani della donna, cercandone la carezza. La donna lo sfiorò dolcemente, lui si
chinò per farla salire sul suo dorso. Insieme si avviarono oltre la scogliere,
oltre la spiaggia, avanzando verso nuove terre e nuovi tempi.
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