L’Angelo, come energia, consente al Giocatore di entrare in
contatto con una parte più grande di sé.
Consente di spostare lo sguardo in cielo e di cambiare prospettiva. In
questo movimento anche il dolore assume un altro aspetto, tutto si rinnova e il
cammino ricomincia. Curiosa la frase dell’Angelo che dice:... Io sono qui perché tu hai un compito, io ti
aiuterò a realizzarlo, questo è il mio compito.
Il senso è evocativo, ma in parte oscuro.
Seguono altre carte, tuttavia è solo nell’ultima che
ricompare l’Angelo. Ricompare, compiaciuto delle trasformazioni avvenute,
prevedendo la nascita di un femminile potente, che avrebbe ricordato e
compreso. Così è in effetti avvenuto nelle storie successive, e non ancora
pubblicate, in cui si coglie il risveglio dell’intuizione, nonché la scoperta dei limiti del linguaggio e la possibilità
di costruire orizzonti e nuovi mondi.
Il disegno della carta ha espanso questi concetti. Molte
persone hanno visto la figura di un angelo, ma molte quella di una donna, anche
di una madre con un figlio in grembo, di un cuore, un nido, qualcuno di ali minacciose che imprigionano.
Questo ci dice quanto sia importante la descrizione
individuale della carta, quello che evoca, suggerisce, simboleggia. Dalla
descrizione si passa poi all’ascolto delle sensazioni e delle emozioni, infine sboccia la storia,
una inattesa sequenza di simboli che mostrano e rappresentano, ampliano.
L’ultima carta del mazzo rappresenta il Giocatore e i suoi
tanti aspetti, abiti e veli via via attraversabili, conoscibili, superabili. Il
disegno spezza il concetto di tempo, riassume e sintetizza e, insieme, apre e
distingue. Tante di parti di noi visibili e unificabili in un tutto che cresce e si espande. Una carta-storia di
completamento e nuovo inizio, così come le fasi della nostra esistenza,
ascoltando il vento che soffia, vivendo nel quotidiano e nel profondo la
connessione tra “l’io piccolo e l’io
grande”.
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