Domenica 22 maggio abbiamo
partecipato, insieme all’Associazione “L’Agrou”, alla manifestazione “I
giardini di Emergency” organizzata nello splendido scenario offerto dal
Castello Tour de Villa di Gressan.
Le intense immagini dei video
proposti, relativi all’intervento di Emergency in zone di
estrema crisi, bellica e sanitaria, hanno suscitato, come sempre, emozione e ammirazione per il coraggioso
impegno dei suoi operatori.
E il
giocatore ci ha ricordato “La carta del dolore e della terra”.
…Un
ragazzo tremante perdeva, giorno dopo giorno, la battaglia con un male che
corrodeva le ossa, paralizzava il gesto. Solitudine come gesso imbiancava il
suo sguardo e demoni di paura frantumavano l'angelo della speranza e dell'accettazione.
L'amica
incontrata sulla sponda del fiume gettava sassi e ricordi nell'acqua, ma questi
galleggiavano e l'onda li riportava a riva, dove lei li raccoglieva, li
accarezzava e li rigettava nell'acqua un'altra volta. Un'altra danza ripetuta
nell'infinito, per sbriciolare gli spigoli e -forse un giorno- non ferire più
le mani.
Il
bambino dagli occhi grandi aveva fame. Bisogno primario di forza per
sopravvivere, acqua e fuoco per incendiare e lavare le piaghe di un nascere
senza riposo, destinato a lotte e fatiche. I fratelli insanguinati da armi e
lavoro, le sorelle tagliate, vendute, schiacciate. Nel silenzio accecante
dell'urlo.
Un
vecchio cercava risposte fra corpi e macerie, impazzendo e danzando al suono
della sua ninna nanna. Scavando al riparo dei fucili la fossa della famiglia.
Il
giocatore sentiva il dolore nel naso, nella bocca, nelle orecchie. Lo sentiva
iniettarsi nel collo, trucidare i pensieri, smembrare la pelle. Troppo.
Allora,
venne un raggio di luce a strapparlo dal pozzo, a gettarlo, esangue, per terra.
Il giocatore di carte alzò il capo verso il tavolo: la carta girava
vorticosamente su se stessa. Si alzò. Prese un coltello e la inchiodò sul
legno.
Poi,
corse fuori nel bosco, sulla collina. Raggiunse l'antico ulivo argentato, ne
abbracciò il tronco e pianse.
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