martedì 27 ottobre 2020

A quale carta potreste associare questa insolita storia ?

La donna avanzava regale, ma non erano i suoi vestiti a renderla tale, quanto una spilla che teneva sul petto, o forse era un medaglione appoggiato sul cuore. La spilla presentava un nucleo romboidale formato da intrecci raffinati di metalli e pietre, smalti colorati. Nonostante la sua complessa struttura, non c’era immobilità in essa poiché due lati sembravano aprirsi come profumi da uno scrigno e portare fuori un contenuto prezioso e inebriante. Mi avvicinai alla donna e guardai nella spilla, sentii il sorriso di lei diventare un riso leggero e mi trovai assorbita in un vortice di emozioni e di sensazioni che colpivano potentemente i miei sensi. Vidi una scala. Una scala a chiocciola. Una scala che scendeva. Mi lasciai scivolare sul corrimano e cominciai a scendere anch’io fino a che la scala finì e io mi ritrovai appesa all’ultimo gradino, come se fossi appesa a un grande lampadario. Sotto di me una stanza grandissima, il soffitto molto distante, come quello di una cattedrale. Respiro e osservo. Si tratta proprio di una cattedrale e sotto di me si sta svolgendo una celebrazione, vedo dei sacerdoti avanzare con dell’incenso. Tutto il rituale è molto importante e situato in un’epoca lontana. Vedo in un angolo della cattedrale la gente del popolo incatenata dalla sacralità e dal potere espresso. Sento le emozioni di una donna fra la gente, percepisco il suo pensiero, è un pensiero trasgressivo, è un pensiero di ribellione, è un pensiero di femminilità saggia che si oppone a un maschile prevaricante e potente. Lei non può sfuggire al suo tempo, essere più avanti di quel presente non le salverà la vita. Ma verrà... verrà il giorno in cui il suo percepire altro dal futuro sarà possibile e sarà protetto e sarà garantito e sarà fonte di gioia per molti. La donna esce dalla chiesa, appena può, è inquieta e preoccupata. Ce la farà a sopportare il dolore? Tradirà, rinnegando le sue convinzioni? Si allontana nel buio, in direzione del bosco. Camminerà tutta la notte per tornare al villaggio, il cuore appesantito, la lingua silenziosa. Non voglio vederla morire, sto pensando, ma mentre decido di allontanarmi lei mi guarda e il suo sguardo si incatena al mio in una promessa di riscatto e nella voglia di essere libera, profondamente. Verrà quel tempo, le stanno dicendo i miei occhi. Quel tempo verrà, e ciò che soffri ora ha un suo senso e una sua ragione, perché tempi diversi verranno, tempi nei quali potrai scegliere e potrai essere e potrai esprimere, senza paura di perdere la vita. La donna è inquieta, la vedo accendere un braciere su cui pone erbe profumate e amare. Bere acqua calda e poi sedersi nella notte, ascoltando il battito della Madre Terra. Torno da lei. Ho intrecciato tessuti ed erbe e piccoli fiori, in una forma romboidale dalla cui parte superiore escono piccoli nastri blu e fili rossi, rami fioriti. Poso questo oggetto prezioso fra la sue mani, lei lo prende e lo mette sul cuore, nascosto dal tessuto ruvido del suo vestito. Quando il fuoco verrà ad avvolgere il corpo della donna, dal piccolo oggetto si svilupperanno profumi inebrianti che la stordiranno, potrà così perdere i sensi e non avere dolore, mentre la sua coscienza diventerà più grande di quelle membra distrutte dalle fiamme. Questo posso fare per lei, attutire il dolore, renderle meno sofferente il passaggio. Non posso cancellare l’ingiustizia, ma prometterle che un altro tempo verrà. E questo è il tempo. Il tempo per la sua libertà e per il suo osare e per il suo essere in contatto con la Madre.