martedì 9 ottobre 2018

SIMBOLO


Il simbolo è generalmente visto come la rappresentazione di una cosa per un’altra, di una raffigurazione per un’altra, di un’idea per un’altra. Il simbolo è un segno che informa della presenza di un significato, è cioè portatore di un senso.
Freud, nell’occuparsi del simbolo in relazione ai sogni, lo definì come una rappresentazione cosciente di sfondi inconsci, dando a esso un significato preminentemente soggettivo, che può essere svelato anche grazie al metodo della libera associazione.
Jung ampliò questa concezione ammettendo che, accanto alla parte conscia e a quella inconscia, l’animo umano possieda anche un legame con l’inconscio collettivo, cioè un inconscio comune a tutti gli uomini, in cui hanno sede le immagini primordiali. Questi archetipi segnano gli stadi di sviluppo della coscienza umana, includendo anche i miti, le leggende e i testi sacri.
Assagioli assegnava ai simboli un importante valore psicoterapeutico, in quanto li considerava accumulatori delle energie psichiche; essi le conducono e le integrano agendo in profondità sulla parte inconscia, ai fini della trasformazione di un disequilibrio.
Baba Bedi definiva il simbolo come “una entità che esiste in natura o è creata dall’uomo, una forma che riflette le qualità legate all’essenza”. La forma è la manifestazione delle forze che la costituiscono; insieme alla dimensione del colore costituisce “l’alfabeto” della natura, attraverso cui l’essere umano può scoprire e comprendere il significato profondo del Creato.
La definizione di SIMBOLO che troviamo sul vocabolario è la seguente: qualsiasi elemento (segno, gesto, oggetto, animale, persona) atto a suscitare nella mente un’idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla attraverso qualcuno degli aspetti che caratterizzano l’elemento stesso, il quale viene pertanto assunto a evocare in particolare entità astratte, di difficile espressione.
Il termine originario greco symbolon significa “lo sforzo necessario a connettersi”  e, nell’uso degli Antichi Greci, il mezzo di riconoscimento e di controllo, costituito da ognuna delle due parti ottenute spezzando irregolarmente in due un oggetto (per es. un pezzo di legno), che i discendenti di famiglie diverse conservavano come segno di reciproca amicizia.
Per Sibaldi i simboli sono veicoli, veri e propri conduttori di energia, nel momento in cui si riesca a intenderli correttamente, cioè a domandarsi Perché? al loro riguardo.  Dei simboli abbiamo “un pezzettino”, l’altro pezzo, quello che ci manca, va avanti all’infinito e continuamente mette in moto significati e conoscenze.

Così, con questi brevi accenni, apriamo ulteriori prospettive di osservazione sulle carte-storie del Giocatore.

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