venerdì 26 ottobre 2018

ANGELO E ULTIMA CARTA


L’Angelo, come energia, consente al Giocatore di entrare in contatto con una parte più grande  di sé. Consente di spostare lo sguardo in cielo e di cambiare prospettiva. In questo movimento anche il dolore assume un altro aspetto, tutto si rinnova e il cammino ricomincia. Curiosa la frase dell’Angelo che dice:... Io sono qui perché tu hai un compito, io ti aiuterò a realizzarlo, questo è il mio compito.   
Il senso è evocativo, ma in parte oscuro.
Seguono altre carte, tuttavia è solo nell’ultima che ricompare l’Angelo. Ricompare, compiaciuto delle trasformazioni avvenute, prevedendo la nascita di un femminile potente, che avrebbe ricordato e compreso. Così è in effetti avvenuto nelle storie successive, e non ancora pubblicate, in cui si coglie il risveglio dell’intuizione, nonché la scoperta dei limiti del linguaggio e la possibilità di costruire orizzonti e nuovi mondi.
Il disegno della carta ha espanso questi concetti. Molte persone hanno visto la figura di un angelo, ma molte quella di una donna, anche di una madre con un figlio in grembo, di un cuore, un nido, qualcuno  di ali minacciose che imprigionano.
Questo ci dice quanto sia importante la descrizione individuale della carta, quello che evoca, suggerisce, simboleggia. Dalla descrizione si passa poi all’ascolto delle sensazioni  e delle emozioni, infine sboccia la storia, una inattesa sequenza di simboli che mostrano e rappresentano, ampliano.

L’ultima carta del mazzo rappresenta il Giocatore e i suoi tanti aspetti, abiti e veli via via attraversabili, conoscibili, superabili. Il disegno spezza il concetto di tempo, riassume e sintetizza e, insieme, apre e distingue. Tante di parti di noi visibili e unificabili in un tutto che  cresce e si espande. Una carta-storia di completamento e nuovo inizio, così come le fasi della nostra esistenza, ascoltando il vento che soffia, vivendo nel quotidiano e nel profondo la connessione tra “l’io piccolo e l’io grande”.

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